In occasione del Giorno della Memoria, vogliamo proporvi questo bel film di Davide Ferrario…
La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
Italia 2006 92′
di Davide Ferrario, Marco Belpoliti
httpv://www.youtube.com/watch?v=sL8JWS50xrI
Primo Levi partì alla fine del febbraio 1945 dal lager di Auschwitz liberato il 27 gennaio. Gli furono necessari otto mesi, 6000 km, giri tortuosi e molti ritardi per tornare a casa, a Torino, attraverso l’Europa dell’Est. Raccontò quel viaggio in La tregua (1963) da cui F. Rosi cavò un film nel 1997. Sessant’anni dopo Davide Ferrario e lo scrittore Marco Belpoliti seguono lo stesso itinerario attraverso l’Europa postcomunista di oggi. A un prologo newyorkese si succedono 8 capitoli (montaggio: Claudio Cormio): “Il lavoro” (Polonia), “L’identità” (Ucraina), “Un mondo a parte” (Bielorussia), “La peste” (Ucraina 2), “L’emigrazione” (Moldavia), “Nuovi orizzonti” (Romania), “La nuova vecchia Europa” (da Budapest a Monaco), “La prova” (Italia). Sono, in fondo, 8 documentari svarianti nei temi e nei toni, ricchi di immagini, notazioni, particolari significativi. Il commento parlato in voce off è letto da Umberto Orsini e, in piccola parte, da Ferrario che ha prodotto e diretto, ma che ha voluto associare il suo nome a quello di Belpoliti, curatore delle opere di Levi, che gli fu ispiratore, compagno di viaggio, complice intellettuale. È un film complesso: epico, riflessivo, saggistico, ma anche ironico, emotivo e lirico all’insegna delle contraddizioni e dell’ambiguità che lascia aperte le questioni e in cui il passato illumina il presente. Girato nel 2005 da gennaio a ottobre, in pellicola e in digitale, anche con materiale di repertorio (cinegiornali, Ejzenštejn e lo stesso Levi nel 1982, nel ritorno ad Auschwitz).