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carico sospeso presenta
Têtes de Bois in “Avanti Pop”
Sabato 17 novembre ore 20.30
Teatro Comunale di Monfalcone
ingresso libero
con il contributo della
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
Assessorato all’istruzione, cultura e politiche della pace
con il patrocinio della
Provincia di Gorizia
con la collaborazione di
ARCI “E. Curiel” San Canzian d’Isonzo
Associazione da donna a DONNA Ronchi dei Legionari
AEA Associazione Esposti Amianto Monfalcone
Comune di Monfalcone Assessorato alla Cultura / Assessorato alle Politiche Giovanili
rassegna “contrAZIONI” del Teatro Comunale di Monfalcone
Per Têtes de Bois l’evoluzione della propria musica passa attraverso la ricerca di una formula “altra”, fatta di parole e suoni catturati nei luoghi della quotidianità‚ di transito, assorbendo segnali, aprendosi alle sollecitazioni e alle inquietudini. Una storia fatta di strade e svincoli, di luoghi impropri, di Berlino e di Parigi, di concerti sulle scale mobili nei sotterranei dei metrò, di camioncino Fiat 615 NI del 1956, di fabbriche abbandonate, d’interventi estemporanei sui tram, nelle stazioni ferroviarie, ma anche di club, centri sociali, teatri e festival prestigiosi.
Têtes de Bois nasce nel 1992, esattamente il 15 febbraio con un concerto in Piazza Campo de Fiori sotto la statua di Giordano Bruno, su un vecchio camioncino Fiat 615 NI del 1956 acquistato da un rigattiere e utilizzato agli inizi del loro viaggio artistico come palco ambulante. Suonavano, cantavano Ferré e Brassens, le poesie musicali di Baudelaire. Da allora i Têtes de Bois hanno sostenuto centinaia di esibizioni: dai club ai festival come Premio Tenco, Arezzo Wave, Festival di Recanati, World Food Day Concert della Fao, Villa Arconati, Festival Léo Ferré. Hanno frequentato trasmissioni tv e radio sulle emittenti nazionali, ma anche delle realtà locali.
I Têtes de Bois sono:
Carlo Amato contrabbasso, basso, computer e campionamenti,
Luca De Carlo tromba,
Angelo Pelini pianoforte, fisarmonica, tastiere,
Maurizio Pizzardi chitarre,
Lorenzo Gentile batteria,
Fabio Lauteri comunicazione,
Raniero Terribili fonico,
Anna Maria Piccoli architetture umane
I Têtes de Bois con “Avanti Pop” (L’amore e la rivolta/il manifesto CD, 2007), si aggiudicano per la seconda volta la prestigiosa Targa Tenco nella sezione “Interpreti”, già vinta nel 2002 con “Ferré, l’amore e la rivolta” (La memoire et la mer/il manifesto CD).
Inoltre al gruppo è stato riconosciuto il premio PIMI (Premio Italiano per la Musica Indipendente) indetto dal M.E.I. per il “Miglior tour” del 2007.
“Infaticabili ‘militanti’ della musica d’autore, i Tetes de Bois da sempre accarezzano l’utopia che si possa fare cultura nei luoghi di transito: stazioni metro, cave in disuso, zoo, treni, un camioncino. E sono ripartiti per realizzare ‘Avanti Pop’ progetto che racconta la dignità violata o riscattata dei lavoratori nei luoghi che negli ultimi cento anni sono stati teatro di lotta: i cancelli delle fabbriche, le cartiere, le stazioni, i campi di pomodori”.
Felice Liperi- La Repubblica/Roma–6 maggio 2006
“L’ispirazione arriva da lontano. Da quegli anni Sessanta in cui si viaggiava per conoscere e si conosceva per reclamare i propri diritti. Anche il tema del viaggio ricorda quelle passioni: la dignità del lavoro, la disoccupazione, la frustrazione nata dal dover sopportare ogni giorno per tutti i giorni della propria vita un’occupazione necessaria per guadagnarsi i soldi con cui arrivare alle fine del mese. Ma le storie che i Têtes de Bois mettono in scena con il loro nuovo progetto Avanti Pop non arrivano dal passato, fanno parte dell’attualità”.
Emiliano Coraretti – LEFT Avvenimenti – Settimanale dell’altra Italia N. 23
“Avantipop, bandiera rock. E’ questa la formula musicale ideata dal gruppo dei Tetes de Bois per la loro ultima fatica. Con quel tanto di pop che basta a proiettare verso il futuro lo spirito di un vecchio canto di lotta, di vera e propria fatica per lo storico gruppo capitolino, considerato che il loro “Avantipop” racconta proprio della dignità violata e/o riscattata dei lavoratori, evocata in quei luoghi che negli ultimi cento anni ne sono stati teatro”.
Monia Cappuccini – Liberazione – 11 maggio 2006