IL GESTO DELLO SCATTO VENERDÌ 28 APRILE ORE 20.45
lunedì 24 Aprile 2023, 10:04
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ALLA RICERCA DI VIVIAN MAIER
Finding Vivian Maier
di John Maloof, Charlie Siskel
con John Maloof, Mary Ellen Mark, Phil Donahue, Vivian Maier

USA 2013 84′

John Maloof sapeva che “chi cerca, trova”, perché ha frequentato fin da piccolo i mercati delle pulci. Nel 2007, in procinto di scrivere un libro sulla storia del suo quartiere di Chicago, ha dunque acquistato all’asta una scatola piena di negativi non ancora sviluppati, sperando di trovare del materiale utile al suo scopo. Invece, ha trovato una delle più straordinarie collezioni fotografiche del XX secolo. Andando, qualche anno dopo, alla ricerca dell’identità del fotografo, una donna di nome Vivian Maier scomparsa nel 2009, Maloof ha scoperto anche una storia da romanzo: quella di una figura dall’immenso talento artistico, che ha preferito per tutta la vita mantenere il segreto sulla sua attività fotografica, preferendo fare la tata per i bambini delle famiglie bene di Chicago. 
E non finisce qui. Perché il vero tesoro trovato da John Maloof – giovane filmaker, fotografo, storico e ora probabilmente milionario – è un altro ancora, e si tratta di quello che, paradossalmente, non ha scoperto. Maloof, infatti, ha trovato un mistero. Un nucleo di interrogativi resistenti a qualsiasi certezza, che resterà per sempre legato al nome e all’opera di Vivian Maier e perpetuerà la storia e il suo fascino negli anni a venire. 
Gli autori del documentario, che sono lo stesso Maloof e Charlie Siskel (il produttore di Bowling a Columbine), decidendo di trasformare in un film la ricerca su Vivian Maier non hanno compiuto soltanto un’operazione commerciale, o proseguito la missione di divulgazione iniziata con l’esposizione delle fotografie, ma si sono posti in continuità con il lavoro della fotografa segreta, la quale ha condotto senza dubbio un’esistenza cinematografica e al cinema si era a sua volta avvicinata, girando migliaia di pellicole Super8 e 16mm e tentando persino la strada della narrazione in macchina (genere reportage di cronaca nera, condito di ironia). Cambiando nome, (tra)vestendosi con abiti fuori moda, inventando un accento francese, scegliendosi un lavoro “di copertura”, Vivian Maier ha infatti e senza dubbio recitato una parte, anche se il motivo di questo comportamento resta sconosciuto. Come se non bastasse, la tragedia privata (che non è difficile ipotizzare sulla base delle testimonianze raccolte) e i tratti di durezza e persino cattiveria attribuitele da chi l’ha conosciuta, fanno di lei un personaggio enorme, degno della penna di un grande sceneggiatore. 
Togliendola dall’oscurità e portandola alla luce, nel senso letterale del termine, con lo sviluppo del negativo e l’irradiazione della luce del proiettore, Maloof e Siskel l’avranno tradita o avranno compiuto la sua più recondita volontà? In questa vicenda piena di contraddizioni, sono sicuramente vere entrambe le cose. Una cosa, però, è più certa delle altre. In una delle sue tante registrazioni, si sente Vivian chiedere ad un bambino: “E ora dimmi, come si fa a vivere per sempre?” Ecco, adesso John Maloof le ha risposto.
di Marianna Cappi 

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Assemblea soci
domenica 16 Aprile 2023, 10:48
Filed under: Arci

Cari soci, è convocata l’Assemblea del nostro Circolo in data sabato 22 aprile 2023 alle ore 17.30 in prima convocazione e alle ore 18.00 in seconda convocazione, presso la sala maggiore del Centro Civico Primo Levi a San Canzian d’Isonzo, con all’ordine del giorno:

Relazione del Presidente
Presentazione bilancio consuntivo 2022 e preventivo 2023
Indirizzo programmatico dell’attività sociale
Rinnovo delle cariche sociali
Varie ed eventuali

In attesa di vedervi, cordialità

Il Presidente
Lucio Furlan

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Ruben Östlund, l’estetica della vulnerabilità umana VENERDI’ 14 APRILE 2023 ore 20.45
venerdì 14 Aprile 2023, 22:39
Filed under: Cinemapiù 40,Senza categoria,Video

THE SQUARE
di Ruben Östlund
con Claes Bang, Elisabeth Moss, Dominic West, Terry Notary, Christopher Læssø
Svezia/Danimarca/USA/Francia. 2017 142 


Palma d’Oro a Cannes 2017, nonché candidato 2018 all’Oscar nella cinquina dei migliori film stranieri, The Square non ha soddisfatto tutti: chi ne ha ammirato l’eleganza e l’acume; chi, invece, lo ha trovato intellettualistico e snob. In effetti il regista danese Ruben Ostlund non è tipo da far sconti al pubblico: il film è una specie di ufo, che si fa beffe dell’arte contemporanea, delle nostre società ‘civili’ e un po’ anche di chi lo guarda. Sotto, però, c’è un discorso morale (a tratti perfino moralistico) che interpella lo spettatore sul suo comportamento nel mondo globalizzato e nell’infosfera: sappiamo effettivamente comunicare come crediamo? Siamo davvero così aperti e democratici (per esempio verso gli immigrati) come pensa di sé Christian, che si rivelerà invece – più o meno inconsciamente – razzista? Attraverso di lui, personaggio senza empatia che respinge l’identificazione, incapace di guardare oltre sé stesso anche nelle relazioni amorose, il film ci obbliga a riflettere sull’egoismo generalizzato che modella le nostre vite.

(…) Diverse scene sono quasi una lezione di sociologia; e forse spiegano perché alcuni non lo abbiano apprezzato. A tratti The Square è un po’ troppo dimostrativo: come se, da una cattedra, volesse darci una lezione intorno al declino dell’Occidente, su cui Ostlund è pronto a giurare. (…) Man mano che procede, The Square diventa sempre più caustico, provocatorio e beffardo. E anche imprevedibile: il che non dovrebbe dispiacere a chi, in un film, ama trovare qualcosa d’inaspettato.”
Roberto Nepoti, La Repubblica

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