USA 2001 99’
di: Richard Linklater
httpv://www.youtube.com/watch?v=uk2DeTet98o
Un uomo cammina attraverso ciò che gli sembra essere un sogno, fluttuando fuori e dentro la sceneggiatura con strani personaggi. Chi è quel ragazzo che erra da un antropologo ad un filosofo, da un outsider metropolitano ad un eversore di destra, da un tecnocrate ad un moralista, raccogliendo interminabili spiegazioni su cosa ci stiamo a fare e perchè e quale sarà il nostro futuro, e cosa ne hanno pensato gli uomini del passato, dalle prime scimmie antropomorfe fino a Sartre? Se riuscite a superare senza danni la prima mezzora (e non è facilissimo), il film vi conquista con la tecnica ossessiva e sciamanica di un massaggio ottico e verbale interminabile. Sin dalla sua apparizione, con Prima dell’alba, Linklater si era già messo da parte con decisione rispetto al cinema americano medio, ma questa avventura estetica che trasforma il genere principe dell’intrattenimento hollywoodiano contemporaneo (i cartoni animati) nel flusso visionario, cerebrale e magmatico del romanziere d’avanguardia, è qualcosa di assai più estremo (i primissimi lavori di Linklater, del resto, puntavano direttamente sul cinema sperimentale). Linklater inonda lo schermo di una cascata di immagini sorprendenti (per ogni minuto di film, più di 250 ore di disegno) e di una litania nutritissima di aforismi che potremmo trovare anche nelle migliori liriche rock. Alcuni sono da appuntare, come ‘Ballare la salsa con la confusione del proprio io’ o ‘Il più grande sbaglio è credere di essere vivo quando stai solo sognando nella sala d’aspetto della vita’.