Volver / Tornare – venerdi’ 15.01.10 ore 20.30
mercoledì 06 Gennaio 2010, 18:18
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Volver   Spagna   2006   121’
di: Pedro Almodóvar
con: Penelope Cruz, Carmen Maura, Lola Dueñas, Blanca Portillo, Yohana Cobo

httpv://www.youtube.com/watch?v=vW0gck4HVbI&feature=related

Ha spuntato gli artigli da grande provocatore, disinibito e trasgressivo, per maneggiare la materia della memoria personale e collettiva. Con Volver, concorso ufficiale a Cannes, Pedro Almodòvar entra a pieno diritto (per gli onori sul campo e per anzianità) nel novero dei grandi cineasti “nazionali”, quei registi che aspirano a diventare portavoci dello spirito, degli umori, dell’essenza più intima della propria gente. Non a caso in una sequenza della sua ultima fatica fa passare alcune immagini di Bellissima: un omaggio ad Anna Magnani e al Luchino Visconti più “ferocemente” neorealista. Lasciando da parte uomini-donne, donne-uomini e intrecci funambolici di realtà “straordinaria”, il regista spagnolo ha rimesso mano al suo diario intimo. Nei trent’anni della sua filmografia Almodòvar aveva già raccontato la sua giovinezza ribelle e libertaria con un esordio fulminante (Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio sulla movida madrilena post-franchista data 1980). Il corpo centrale delle sue opere, dedicato alla Spagna del boom, come affresco in tempo reale realizzato da un osservatore acuto e irriverente. Infine le sue origini e la sua infanzia, con La mala educaciòn e, appunto, Volver (tornare). Innamorato (artisticamente) delle sue attrici, Almodòvar costruisce ancora una volta un universo femminile solidale e precluso agli uomini. Che nella grande città come nel paesino di provincia, sa fare fronte comune per superare le difficoltà di un’esistenza popolare. Penélope Cruz (finalmente una ottima prova d’attrice) è Raimonda, giovane madre dalle forme generose e dal carattere di ferro che insieme alla sorella Soledad (Lola Duenas) ha lasciato molti anni prima il paesino della Mancha dove era cresciuta per trasferirsi a Madrid. In quella regione spazzata dal solano – un vento caldo e soffocante che alimenta le fiamme e si dice anche la pazzia – non abitano più padre e madre (Carmen Maura), morti durante un incendio. L’unico legame rimasto è la zia Paula (Chus Pampreave), anziana e quasi cieca, che vive da sola, aiutata dalla vicina di casa Augustina (Blanca Portillo). Questo è il quadro in linee generali. Perchè le trame di Almodòvar sono sempre fittamente intrecciate di avvenimenti, svelamenti, sterzate, giochi del destino che non sarebbe giusto svelare. Per esempio Carmen Maura non sarebbe tornata a lavorare dopo 17 anni con il regista che la lanciò per interpretare il personaggio di una defunta. Se non con la garanzia di una sceneggiatura che si ispira in parte all’impastatura di realtà e misterico propria degli scrittori latinoamericani, primo tra tutti Marquez. Perchè tratta senza imbarazzo e paure, proprio come fanno le donne radunate per una veglie funebre, il tema dei morti tra i vivi. Oggi accade meno spesso ma le nostre nonne ci hanno abituato ai racconti più incredibili sulle persone che se ne vanno e tuttavia restano con un piede in questo mondo. Volver è un film che potrebbe non piacere a quelli che hanno conosciuto l’Almodòvar delle prove più pop e politicamente scorrette. Questa volta il regista sembra aver detto: fermatevi un attimo, vi racconto una storia dal fascino di altri tempi, con i colori della provincia rimasti intatti e le sue regole non scritte. Ma anche gli aspetti più difficilmente condivisibili, come quel senso di giustizia che si affida soltanto alla legge della sopravvivenza. Penelope Cruz domina la scena con una sensualità che fa capolino dai suoi abiti castigati. Con labbra carnose e grandi occhi lucidi, pronti a passare dalla gioia al dolore come un temporale improvviso. L’amico Pedro le avrà riempito la testa con la Sophia Loren dei ruoli più popolani. E ci siamo quasi.
l’Unità, Pasquale Colizzi

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