Quando sei nato non puoi più nasconderti – venerdì 09.03.2010 ore 20.30
sabato 25 Febbraio 2012, 13:08
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2004 115′
di Marco Tullio Giordana
con Alessio Boni, Michela Cescon, Rodolfo Corsato, Matteo Gadola

httpv://www.youtube.com/watch?v=XFEYBbxBlK0

Infanzia di un capo del Nordest: 13enne con playstation, famiglia bresciana con taverna e fabbrichetta, casca in mare durante crociera in Grecia. Lo raccolgono i clandestini, tutti sullo stesso barcone, nessuno si potrà più nascondere: tagliato il cordone, uccisa l’adolescenza, nasce nella vita una storia di amicizia forse tradita. Rimossi con La meglio gioventù i suoi anni ’70, Giordana offre un film su essere e apparire, sulla convivenza, sulla multimedialità dei sentimenti. Vuole soprattutto spiazzare: niente pregiudizi e stereotipi, tutto è da conoscere e reinventare, anche a rischio di sacrificare un po’ di snobismo ed emotività per raccontare daccapo, con un cast eccezionale, come sta cambiando l’Italia.
Maurizio Porro, Corriere della Sera

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Machan – venerdì 24.02.2012 ore 20.30
sabato 11 Febbraio 2012, 12:59
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Machan Italia/Germania 2008 110′
di Uberto Pasolini
con Dharshan Dharmaraj, Dharmapriya Dias, Namal Jayasinghe

httpv://www.youtube.com/watch?v=duqn95fReNY

Colombo, Sri Lanka. Quando apprendono che la Germania vorrebbe invitare la nazionale di pallavolo dello Sri Lanka a un torneo in Baviera, Manoj e Stanley ñ in attesa da anni di un visto per emigrare ñ raccolgono altri 21 disperati cingalesi, ignari di pallavolo, e s’imbarcano per Monaco, ma all’arrivo sono obbligati a giocare. 1a regia di Pasolini, responsabile di Full Monty (1997) e del suo straordinario successo, e anomalo produttore indipendente in area anglofona, che l’ha scritto con Ruwanthie De Chickera. Dopo quella sulla disoccupazione della classe operaia britannica, una commedia sulla fuga dal Terzo Mondo in cerca di lavoro e di una nuova identità. Pur in toni quasi cronachistici per descrivere lo spaesamento degli emigranti nella parte finale in Germania, rimane una commedia: “Un tema di forte presa sociale, un certo cinismo nel prenderlo di petto, una malcelata componente di qualunquismo, ma anche una lucidità fuori dal comune…” (Sergio Di Lino). Esposto alle Giornate degli autori a Venezia 2008 dove prese il Premio FEDIC (Federazione dei Cineclub).
Il Morandini

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Saimir – venerdì 10.02.2012 ore 20.30
domenica 29 Gennaio 2012, 12:57
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Saimir   2004   88′
di Francesco Munzi
con Xhevdet Feri, Anna Ferruzzo, Lavinia Guglielman, Mishel Manoku

httpv://www.youtube.com/watch?v=ybSAQ9qcswMv

Saimir significa Il giusto, un destino segnato fin dal nome che tenta in tutti i modi di ribellarsi al suo ineluttabile karma. Perché Saimir, sedicenne albanese finito chissà come nel degradato litorale laziale, Ë costretto dal padre a una sporca complicità in un traffico di clandestini. Sogna di andarsene Saimir, mentre scappa via da se stesso in sella al suo motorino, sogna di innamorarsi, di condurre una vita normale. E sogna suo padre, che la sera conta i risparmi, pensando a un altro matrimonio, a un altro lavoro, a un’altra vita. L’opera prima di Francesco Munzi arriva dopo una solida esperienza documentaristica concentrata sulle strazianti problematiche degli stranieri in Italia, sulle nuove, tragiche coordinate di un’immigrazione che paga ogni giorno pesantissimi dazi, Il suo linguaggio e il suo sguardo sono debitori soprattutto al cinema dei fratelli Dardenne (in special modo, La promessa) e le radici affondano nell’immaginario pasoliniano di Ragazzi di vita, Una vita violenta e Accattone. Una scelta di campo dunque che impone uno stile essenziale, che fa parlare i corpi, le sfumature, i silenzi, e che ribalta in tragedia la gioiosa passeggiata in Vespa del Moretti di Caro diario.
Alberto Fittante, Film TV

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Tutta colpa di Voltaire – venerdì 27 gennaio 2012 ore 20.30
domenica 15 Gennaio 2012, 18:22
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La faute à Voltaire   2000   124′
di Abdel Kechiche
con Elodie Bouchez, Sami Bouajila

httpv://www.youtube.com/watch?v=863wrDZaNG8

Jallel e i suoi fratelli, i sans papiers. Una volta c’era il lucano Rocco nella Milano boom Anni Sessanta oggi c’è questo bravo ragazzo algerino che si trova a Parigi, strappa un permesso di soggiorno e poi finisce nella banale odissea quotidiana dei vu’ cumprà che vendono frutta e tulipani nei mezzanini del metrò. Dice il deb-regista Abdel Kechiche, premiato l’anno scorso a Venezia, che non esistono immigrati clandestini, ma soltanto esseri umani che cercano di sfruttare un diritto fondamentale quello di circolare liberamente. Un tema che il cinema tratta da sempre, basta ricordare America America di Kazan oppure il capolavoro letterario di Henry Roth Chiamalo sonno, ma oggi la libertà di circolare è messa a dura prova dal contrasto globalizzato tra i Nord e i Sud del mondo e il tema dell’immigrazione clandestina è all’ordine del giorno di qualsiasi governo, a partire dal nostro. Tutta colpa di Voltaire, al di là dell’ironia illuministica del titolo che denuncia il falso liberismo, ha un approccio molto umano al problema della convivenza nellíefficace descrizione di un qualunque povero Cristo che le tenta tutte per campare, ma che in Francia può in qualche modo essere aiutato anche dalle strutture e dal volontariato. Nel suo “albergo dei poveri” Jallel incontra, senza chiedere pietà allo spettatore, amici di ogni ordine, grado e follia, tenta di farsi sposare a scopo cittadinanza, va in clinica per depressione sotto falso nome e ne esce con una ninfomane patologica alle calcagna che non lo lascia più˘ vivere. Fino a quando un giorno, per caso, la polizia lo becca con i tulipani in mano e lo rispedisce a casa. La vita improvvisamente finisce con un foglio di via. Giusto? Il regista, attento al fattore umano e al piacere del racconto, riesce a suscitare simpatia e comprensione in un film in cui batte e si stupisce il cuore e non si sventolano ideali o partiti.
Maurizio Porro

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L’ospite inatteso – venerdì 13 gennaio 2012 ore 20.30
martedì 03 Gennaio 2012, 21:06
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The Visitor 2008 103′
di Thomas McCarthy
con Hiam Abbass, Richard Jenkins

httpv://www.youtube.com/watch?v=6alR3CS1d-I

Walter Vale, professore universitario quasi pensionato, vedovo e annoiato, torna a New York per una conferenza e scopre che il suo appartamento è stato subaffittato a una giovane coppia, il percussionista siriano Tarek e la disegnatrice di gioielli africana Zainab. Non li caccia, anzi fa amicizia con loro, al punto che, quando il ragazzo capisce la sua passione segreta per la musica, gli insegna a suonare e lo porta con sé e il suo gruppo. La polizia arresta Tarek, immigrato clandestino, e solo Walter può seguire la vicenda. Il suo affetto e interesse per il giovane si rafforza con l’arrivo della madre di Tarek. Opera seconda di McCarthy, è un piccolo film sull’amicizia e l’integrazione, che racconta con delicatezza i personaggi e i sentimenti che tra loro nascono; attacca con durezza l’ottusità delle leggi sull’immigrazione e la xenofobia del dopo 11 settembre. L’evoluzione psicologica e affettiva del maturo professore è resa da Jenkins che recita sotto le righe, in sordina.

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Le tre sepolture – venerdì 30.12.2011 ore 20.30
domenica 18 Dicembre 2011, 17:16
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The three burials of Melquiades Estrada   USA   2005   115′
di Tommy Lee Jones
con Julio César Cedillo, January Jones, Tommy Lee Jones, Melissa Leo, Barry Pepper

httpv://www.youtube.com/watch?v=yy0Aka4zMck

Una guardia di frontiera stupida e arrogante uccide per errore Melquiades Estrada, messicano immigrato in Texas. Pete Perkins, datore di lavoro e unico amico del defunto trova il colpevole e lo punisce costringendolo a riportare insieme a lui la salma fino al suo paese natio in Messico, dove dargli degna sepoltura. Sceneggiato da Guillermo Arriaga (Amores Perros, 21 grammi e Babel), che qui compare nella parte del messicano che offre carne d’orso, è il film che segna lo straordinario esordio del 60enne T.L. Jones (che ha al suo attivo una sessantina di film come interprete) alla regia sul grande schermo con un bellissimo western moderno privo di inutili citazioni ma che svela uno dopo l’altro gli insegnamenti di maestri quali Peckinpah, Eastwood, Leone, Sayles e Richardson. Un affascinante e lirico road movie sul tema dell’amicizia e della pietas, irrispettoso del comune ordine narrativo, in un intreccio di flashback e flashforward di grande perfezione, a ritmo ora pacato ora impervio. Una storia d’iniziazione che nel raccontare la durezza della vita alla frontiera con il Messico parla con spietata e struggente onestà di morti ammazzati, di razzismo, dell’indifferenza – quando non è violenza – dei rappresentati della legge. Ottima colonna musicale di Marco Beltrami. Premio a Cannes alla sceneggiatura e all’interpretazione di Jones.

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