Fratella e sorello – 27.03.2009 ore 20.30
martedì 17 Marzo 2009, 19:40
Filed under: Cinemapiù 26,Video

It. 2002-2005
di Sergio Citti
con Andy Luotto, Claudio Amendola, Rolando Ravello, Ida Di Benedetto, Youma Daikite, Laura Betti

Bartolo detto il Serpente (C. Amendola) e Giocondo (R. Ravello), accusato di tentato uxoricidio, fanno amicizia in prigione. Scarcerati, il secondo scopre che il primo campa come spogliarellista per tardone e che, come impresario, ha Cicera (I. Di Benedetto), gelosa nevrotica. Entra in scena anche Nonò, consorte africana di Giocondo. Dopo sfortunate peripezie e false accuse delle due donne, i due scelgono di farsi incarcerare di nuovo. Prodotto da Elide Melli per Cosmo/RAI Cinema, è stato mal distribuito dall’Istituto Luce con tre anni di ritardo.
Il Morandini

fratella e sorello

È un film bizzarro e tenerissimo, forse il più tenero che Sergio abbia mai girato. È un film sulla paura delle donne: Amendola e Ravello sono Giocondo e Serpente, due sfigati che si conoscono in carcere e, una volta fuori, diventano amici al punto di dormire insieme e terrorizzarsi quando la moglie di Giocondo, o l’amante di Serpente, fanno capolino. Giocondo è un uomo ricco e debole che si è invaghito di una donna bellissima e ne è stato cornificato; Serpente è un trucido spogliarellista dal cuore di panna. Sono idealmente figli del Totò di Dov’è la libertà: ai pericoli del vivere civile preferiscono la sicurezza confortevole della galera.
Amendola ha un ruolo difficile ­ ogni tanto deve sfoggiare una nudità super-tatuata ­ nel quale sembra essersi buttato con coraggio: per chi lo conosce solo grazie al recente Monnezza o ai tremendi spot per quei maledetti telefonini, sarà una sorpresa. Citti, quando usiamo anche con lui l’aggettivo «tenero», sembra contento: «Non mi importa che ‘sto film sia bello. Mi importa che sia autentico, onesto. Mi importa che sia… un film, perché il cinema ormai è morto e rimangono solo i film, e i film devono rispecchiare il cuore di una persona, altrimenti non hanno senso». Beh, Fratella e sorello inizia con l’immagine di una «cofana» di rigatoni alla carbonara e finisce con l’inquadratura di un sedere tatuato: sulle due chiappe ci sono due facce, stringendo le chiappe le due facce si baciano: «È un modo di ricordare a tutti che non dobbiamo vergognarci del culo, visto che ce lo portiamo sempre appresso». Più «cittiano» di così…
Alberto Crespi, l’Unità

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