IL GESTO DELLO SCATTO VENERDÌ 24 MARZO ORE 20.45
martedì 21 Marzo 2023, 11:02
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ROBERT DOISNEAU, LA LENTE DELLE MERAVIGLIE
Robert Doisneau, le révolté du merveilleux

di Clémentine Deroudille
con Clémentine Deroudille, Éric Caravaca, Sabine Azéma, Quentin Bajac, Jean-Claude Carrière, Philippe Delerm, Annette Doisneau, Robert Doisneau, Annick Geille, Monah H. Gettner

Francia 2016 83′

Troppe volte l’opera di Robert Doisneau, uno dei più grandi fotografi del XX secolo, è stata ridotta alla fotografia di “Le Baiser de l’Hôtel de Ville”. Un’immagine che ha conosciuto un destino fuori dal comune. Pubblicata senza rumore sulle pagine di “Life” nel 1950, è soltanto negli anni Ottanta che acquista valore di simbolo. Riprodotta un po’ dappertutto, regala a Doisneau gloria e fortuna e traduce lo spettacolare cambiamento di statuto di una fotografia: da immagine anonima sfogliata dentro un giornale a copia di artista ammirata al museo. Archetipo dell’istantanea, una causa giudiziaria rivela la messa in scena, i due amanti sono attori retribuiti. I francesi si indignano e dimenticano uno dei talenti di Doisneau: dare l’illusione dell’istantanea facendo posare i passanti in un décor urbano reale. Questo bacio ‘preconfezionato’ riassume velocemente e troppo male un’opera umanista, che figlie e nipoti sanno valorizzare e hanno valorizzato trasformando la residenza familiare di Montrouge in un incredibile archivio. 

In quella nutrita iconografia, Clémentine Deroudille, nipote del celebre artista, pesca a pieni mani e a cuore pieno, superando l’immagine riduttiva (“Le Baiser de l’Hôtel de Ville”) e vincendo i pregiudizi (lo sguardo di Doisneau è andato oltre Parigi e le banlieue). 

Robert Doisneau – La lente delle meraviglie è un ritratto intimo dell’uomo e all’artista. Una lettera d’amore che cerca le parole nelle fotografie inedite, negli home movie, nei video d’archivio e nelle conversazioni con gli amici e i complici di sempre. Da Daniel Pennac a Sabine Azéma, passando per Jean-Claude Carrière, Doisneau si dispiega: “curioso, disubbidiente e paziente come un pescatore con la lenza”. Flâneur del pavé che adorava le nostalgiche banlieue come le nuove architetture, aveva conosciuto la guerra e il fronte, aveva fatto la resistenza senza parlare ma scegliendo di portare uno sguardo di sensibilità sul mondo.
Robert Doisneau apparteneva alla categoria dei vagabondi, i vagabondi della fotografia che partecipano a una dimensione umana marginale senza paura di compromettersi con quella mondana. Doisneau firma con Blaise Cendrars, un libro sul petit peuple delle periferie (“Le Banlieue de Paris”), immortalando i poemi visuali della rue, e un contratto esclusivo di tre anni con “Vogue” fotografando l’attualità glamour dell’epoca, i ritratti di personalità, la moda e le cronache aristocratiche di Parigi.
Marzia Gandolfi, Mymovies

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