Calamari Union – venerdi’ 11.03.2011 ore 20.30
martedì 01 Marzo 2011, 23:09
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Finlandia   1984   80′
di Aki Kaurismäki con Timo Eränkö, Kari Heiskanen, Asmo Hurula, Sakke Jarvenpaa, Matti Pellonpaa

httpv://www.youtube.com/watch?v=zGJWLfL1hsQ
Calamari Union, senz’ombra di dubbio uno dei vertici della carriera del regista scandinavo: inguainato in uno splendido bianco e nero immortalato dal fido Timo Salminen, il film narra le vicende di diciassette uomini che, nella Helsinki fredda e spietata degli anni ’80, si perdono alla ricerca di un luogo mitico, il quartiere Eira. Calamari Union, opera seconda dopo l’esordio avvenuto con Crime and Punishment, mostra già un autore dalla poetica stratificata e matura. La diaspora dei Franck nella notte di Helsinki nasconde al suo interno l’intera intricata rete di pensieri sull’uomo e sulla società che identifica in maniera netta e inconfondibile lo sguardo di Kaurismäki. Come accenna la didascalia che apre il film, Calamari Union è dedicato “Agli spettri di Baudelaire, Michaux e Prévert che si aggirano ancora su questa terra”: è dunque al popolo dei poeti, degli esclusi dalla vita civile, dei sognatori, degli utopisti che si rivolge idealmente Kaurismäki. Come i letterati ai quali fa riferimento, i Franck nel loro errare inconsulto vanno incontro a un ostracismo da parte della società che è, in realtà, una vera e propria dichiarazione di incomprensione (la stessa, se vogliamo, che vive nel nostro paese l’opera di Henri Michaux, misconosciuto a tal punto da spingere l’Einaudi a non ristampareLo spazio interiore e la Feltrinelli ad agire con le stesse modalità nei confronti di Miserabile miracolo). Saltando a pie’ pari il manicheismo della suddivisione in giusto e sbagliato,Kaurismäki studia da vicino i suoi protagonisti, senza elevarli al grado di eroi e senza mai giudicarli, neanche quando la loro visione della moralità si dimostra quantomai originale.
Nell’atto di pedinare un manipolo di uomini destinati alla sconfitta – il paradiso artificiale al quale vanno incontro si rivelerà essere un sogno infranto – il regista di Orimattila disegna le traiettorie di un’umanita, quella finlandese nel pieno degli anni ottanta, ritrovatasi nel cuore della tempesta senza sapere come e perché; il suo cinema è la fotografia assurda e surreale, e per questo ancora più puntuale e universale, del sentire comune di un occidente che ha smarrito l’ideale ma che ancora ha la forza di spinmgersi al di là dell’ostacolo, pur ignorandone le motivazioni. Per questo la barca a remi finale dispersa nell’oceano in direzione dell’Estonia ha, pur nello sberleffo tipico del regista, ancora un vagito di speranza.
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